Il canto delle aurore boreali… Un viaggio musicale nelle terre lapponi

 

Oggi vi vorrei condurre in un viaggio attraverso l’antica tradizione sciamanica, portata avanti per millenni dai popoli della Lapponia, passando per il grande poema epico finlandese, il Kalevala.

Iniziamo con il ritmo incalzante di Auta luonto, degli Omnia, band olandese dedita al paganfolk, che in questa canzone emulano un rituale sciamanico, nel quale i tamburi rimbombano ad un ritmo sempre più serrato, assieme alle parole, salmodiate in modo sempre più frenetico, fino ad indurre la trance nello sciamano officiante ed un senso di ebbrezza nei partecipanti. La figura dello sciamano e la ritualità a lui connessa erano fondamentali nei villaggi sperduti nella tundra, spesso, in assenza dello sciamano, la popolazione incorreva in malattie ed isterie collettive, che potevano venire placate solamente dal suo ritorno.

Le parole sono in finlandese e ripetono:

Aiutami natura, concedimi il potere,

fai scorrere il mio sangue sempre più forte!

sciamanonero

Oltre allo sciamano, presso il popolo dei Sami c’era un’altra figura a dir poco fondamentale per il benessere della comunità. Mi sto riferendo ai cacciatori. Essi erano membri molto influenti e stimati, infatti era grazie a loro che la popolazione poteva ricevere cibo, pelli e pellicce, ossa e altri prodotti molto utili alla sopravvivenza nelle gelide terre del nord. Il rito della caccia era molto importante ed avveniva nell’assoluto rispetto della preda, che anzi era ringraziata per il servizio reso alla comunità ed era considerata un dono degli dèi. I Faun, band tedesca che ci ha regalato una perla come l’album Eden, hanno messo in musica un antico poema intitolato Metsän kuninkaalle, ovvero Al re della foresta. Si tratta di un inno, una preghiera per Tapio, il dio dei boschi e della caccia, nel quale gli si chiede di non far mancare le prede ai cacciatori del villaggio.

La prima parte del testo è in antico finlandese e recita:

Lascia che gli animali della foresta corrano rapidi

lungo il sentiero del sole

e lungo quello della luna

dove i ponti di seta sono stati intessuti.

Vecchio dalla barba grigia, che vivi nella foresta,

re dorato dei boschi, apri il tuo scrigno,

rompi il sigillo fatto di ossa.

Vecchio, re dorato, sovrano d’argento,

dammi le tue creature più belle,

ricoperte d’oro e tintinnanti d’argento.

Porta gli animali alle sorgenti,

alle radure più in vista,

durante i miei giorni di caccia,

quando andrò a cercare le prede.

Spostiamoci ora in Carelia, la regione dov’è ambientato il più grande poema epico finlandese, il Kalevala, molto caro agli abitanti, che lo considerano il loro vanto nazionale, un po’ come noi italiani facciamo (o dovremmo fare) con la Divina Commedia. La band L.E.A.F. ha messo in musica un rituale proveniente proprio da queste regioni, celebrato anche ai nostri giorni dalla popolazione dei Sami, cantato in un antico dialetto della Carelia: Terveh.

Se conoscete già le leggende del Kalevala, saprete che il grande cantore e sciamano Väinämöinen nacque dalla dea dell’aria, chiamata Ilmatar, il cui nome significa proprio dea dell’aria. Suvetar invece era una dea solare, ed assieme a Manutardea della terra, proteggeva e dispensava i raccolti. I Gjallarhorn, che si chiamano come il grande corno che Heimdall suonerà nel giorno del Ragnarok, le hanno dedicato una canzone.

Il testo, indovinate un po’, è in finlandese, e tradotto ci dice:

Suvetar, grande dea, sorgi e veglia sui semi,

fai che il grano cresca alto, così non ci sarà sofferenza.

Manutar, dea della terra, fai nascere i germogli dal suolo,

nuovi boccioli dalle piante, così non ci sarà sofferenza.

Nutrici con cibo dolce come il miele,

dissetaci con bevande addolcite con il miele

e con deliziose erbe mielate

sopra una collina in fiore.

Tu che hai l’argento lucente,

tu che hai l’oro scintillante.

Sorgi, oh vergine nera del sottosuolo.

Antica signora del sottosuolo,

la prima tra le figlie della Natura,

rendi buona la torba e fai che il suolo si rivolti.

Fai crescere migliaia di semi per ricompensare le mie fatiche.

Cambiamo del tutto registro, restando però all’interno del Kalevala, parlando di un animale molto importante nelle vicende del nostro Väinämöinen, ovvero l’aquila. Signore degli uccelli, è anche lo spirito più nobile ed importante, e si presenta solamente agli sciamani più potenti. Väinämöinen, quando disboscò la sua isola per far crescere l’orzo e potersi procurare di che mangiare, lasciò in piedi una betulla, perché gli uccelli avessero un posto su cui fare il nido, e l’aquila si ricorderà di questo suo bel gesto, quando troverà Väinämöinen disperso in mare, e deciderà di offrirgli il proprio aiuto, issandolo sul suo dorso e portandolo in salvo.

Sì, una cosa del genere…

I Korpiklaani, band folk metal finlandese molto legata al tema dello sciamanismo, ce ne parlano nella canzone Tuli Kokko, che significa Arriva l’aquila.

Tranquilli, assieme all’aquila, arriva anche la traduzione:

Arriva l’aquila dei cieli,

un falco oltre il soffio del vento.

Uccello rapace, gran predatore,

dalle profondità del cielo blu.

Le tue ali sono ampie e forti,

le tue penne sono arruffate dalla furia.

Il becco è lungo ed affilato,

i tuoi occhi stanno scintillando.

Splendido come un’aquila in picchiata,

fiero come un falco che si tuffa in acqua,

così è nobile la mia mente,

così è libero il mio spirito.

La prima ala toccò il suolo,

la seconda ala graffiò il cielo,

il becco toccava le cime degli alberi,

gli occhi videro la fine delle stelle.

Volasti oltre i quattro fiumi,

fino all’incantevole foresta,

fino alla dolce terra dei finlandesi.

Cambiamo ancora una volta genere, perché non potevo non parlare di lui, Jean Sibelius, il compositore vissuto nel periodo romantico, che dedicò al Kalevala numerose sonate. Nella cultura finlandese, riveste all’incirca il ruolo che Wagner ebbe in quella tedesca. Si tratta naturalmente di musica classica, ma provate ad immaginarvi un’intera orchestra che si riunisce per descrivere, tramite la musica corale, un cigno bianchissimo, unica presenza lucente nell’oscurità del Tuonela, l’oltretomba. Sulle onde del fiume nero del dio dei morti, veleggia quest’unico cigno candido, che Lemminkainen, un eroe del Kalevala, dovrà riuscire ad uccidere con una sola freccia, se vorrà avere in sposa la fanciulla che ama.

Ecco Il cigno del Tuonela, di Jean Sibelius, suonato dall’orchestra filarmonica di Berlino.

 

La collana Meet Myths dedica uno dei suoi libri alle vicende del Kalevala, narrando le straordinarie avventure di Väinämöinen, cantore e sciamano, eroe della Carelia e di tutta la Finlandia.

Kalevapubb

 

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