nordici

Thor, Loki e Uttgard-Loki

La storia del viaggio di Thor verso la fortezza del gigante Uttgard-Loki, nei ghiacci perenni di Jotunheim, presenta elementi interessanti inseriti dalla penna del suo autore, l’islandese Snorri Sturluson.

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In questo racconto Loki compare in due diversi ruoli: da un lato è compagno di viaggio di Thor e lo aiuta nelle varie sfide, dall’altro però è lo scaltro gigante Uttgard-Loki. Probabilmente in origine questa storia narrava di una sfida tra Thor e Loki, ma successivamente il dio del sotterfugio venne sdoppiato in una controparte “buona” e in una “cattiva”.

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Wyrd o Urd – Il destino per i popoli norreni

Uno dei concetti della cultura norrena che ci affascinano maggiormente è il suo straordinario modo di concepire il destino. Nell’antica lingua del nord si chiamava UrðrÖrlög, in antico inglese Wyrd, per i sassoni Wurd e in lingua germanica Wurt. Condivide le medesime origini indoeuropee del Fato secondo i greci o del karma per gli induisti, ma non è esattamente la stessa cosa. A causa della sua unicità, è uno dei concetti più difficili da comprendere per noi moderni, ma resta senza dubbio uno dei più affascinanti.

Wyrd bid ful araed by Acerasas

wyrd bid ful araed – il fato è inevitabile

Per capire meglio la visione germanica del destino possiamo pensare a Yggdrasil, l’albero del mondo, e il Pozzo di Urd (o del Fato). I nove mondi si diramano attorno a Yggdrasil, dove dimorano dèi, umani e giganti. Le sue radici affondano nel Pozzo di Urd, che viene anche chiamato Fonte del Destino. Le acque nutrono l’albero, le cui foglie fanno poi cadere gocce di rugiada all’interno del pozzo, in un ciclo senza fine.

L’acqua in questo caso mostra un ideale di tempo ciclico. Il pozzo, che corrisponde al passato, influenza la crescita della pianta, ovvero il presente. In una concezione circolare del tempo, però, il presente torna poi verso il passato, talvolta riuscendo persino a cambiarlo! Questo è ciò che mostrano le gocce di rugiada che ricadono nella fonte.

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In questo modo, il destino segue il corso dell’acqua, attraversando Yggdrasil per poi tornare alle sue origini. Il destino è dunque quella forza che fa sì che il passato eserciti una certa influenza sul presente, il quale a sua volta è in grado di mutare il passato, creando così un potenziale nuovo presente.

Fato e Libero arbitrio 

Nel Pozzo di Urd vivono le Norne, tre sagge donne che incidono nel tronco le vite e i destini di ogni nuovo nato. Tutte le creature dei nove mondi, siano essi uomini, divinità o insetti, sono soggette a quanto viene inscritto nell’albero. Ciò che le Norne inscrivono però è solo una delle tante possibili forme che può assumere il destino di ciascuno. Diversamente dal Fato dei greci, che non poteva essere cambiato, le parole delle Norne non sono assolute. Dal momento che il presente può influenzare il passato, anche le parole delle Norne possono essere riscritte. Tutti gli esseri viventi hanno, in un certo modo, il potere di mutare il proprio destino e anche quello degli altri. Ciascuno esercita questo potere, diventando un punto di passaggio nel corso dell’acqua che si muove ciclicamente attraverso Yggdrasil, influenzando in minima parte la sua direzione ed il suo flusso.

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Sono rari coloro che riescono a prendere questo processo interamente nelle proprie mani, divenendo capaci di forgiare il proprio destino attivamente. Saper discernere il destino e dargli una forma nuova è il concetto centrale della magia norrena. Anche se sono solo tre le Norne con la N maiuscola, ci sono infiniti altri norns, altri Fati, infatti in lingua norrena la parola norn designa coloro che sanno praticare la magia. Per quanto i Norns siano coloro che plasmano i destini, non sono gli unici in grado di farlo. Sono solo uno dei tanti punti di passaggio (anche se il più importante) capace di mutare il corso della linfa vitale di Yggdrasil.

Nessuna vita è decretata dall’inizio alla fine dalle Norne, così come nessuna è interamente svincolata dal destino o da questa rete di influenze reciproche. Si dice che le Norne tessano i destini, perché tutte le vite sono intrecciate tra loro e anche il solo minimo cambiamento può provocare grandi ripercussioni sul resto. In questo caso non esiste totale libertà di azione, così come non vi è nemmeno un asservimento completo alle leggi del destino: tutto avviene attraverso le infinite e varie possibilità che si dipanano sulla tela intessuta dalle Norne.

Le storie degli dèi e dei più grandi eroi norreni sono raccontate dalla collana Meet Myths nei volumi I Miti Norreni, Il Canto dei NibelunghiSaghe Vichinghe ed Edda: il Canto di Odino, disponibili in formato cartaceo ed ebook su Amazon e Kindle.

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Questo articolo è in parte la traduzione del post sul blog americano di Daniel McCoy, con qualche ulteriore approfondimento.

L’idromele della poesia

Alla fine della guerra che vide combattere gli Aesiri contro i Vaniri, le due stirpi di divinità siglarono la loro alleanza sputando tutti in una giara. Dalla loro magica saliva mescolata assieme si formò una creatura chiamata Kvasir (ovvero Succo di bacche fermentato). Kvasir era l’essere più saggio mai esistito e conosceva le risposte ad ogni quesito. Divenne quindi conosciuto in tutto il mondo e tutti gli chiedevano consiglio.

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Infine venne invitato nella dimora dei nani Fjalar (L’Ingannatore) e Galar (L’Urlatore). Al suo arrivo, i nani uccisero Kvasir e riempirono un vaso con il suo sangue, ottenendone dell’idromele. In questo liquore era contenuta tutta la saggezza di Kvasir e perciò venne chiamato Óðrœrir (Portatore di Ispirazione). Chiunque vi bevesse diventava un poeta e un grande sapiente.

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Draghi: i signori del mito

Con le loro zanne affilate come spade, le fauci che sputano fuoco, le possenti ali e le scaglie dure più del diamante, i draghi sono le creature più amate di sempre. Non si tratta solo di mostri terrificanti, ma di creature che portano con sé un alone di mistero e magia, che possiamo trovare nei miti e nelle leggende di tutto il mondo.

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Anche popoli distantissimi tra loro, nello spazio e nel tempo, ci parlano di eroi che sconfissero feroci dragoni: il primo ci appare già nei racconti dei sumeri, i quali furono il primo popolo a utilizzare la scrittura per lasciare un ricordo della loro civiltà; ma i grossi rettili sputafuoco non mancano neanche in Cina, in India, in Grecia o nel mondo scandinavo.

Insomma, praticamente tutte le culture narrano di una battaglia contro un possente drago, ed in questo articolo vorrei portarvi qualche esempio. (altro…)