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Simboli norreni: Svefnthorn, la runa del sonno

La Svefnþorn, che in norreno significa Spina del sonno, è un simbolo che compare in numerose saghe e in formule magiche risalenti all’età vichinga, oltre che in libri d’incantesimi islandesi successivi. Somiglia a una serie di quattro arpioni e nella sua forma più utilizzata appare così:

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Non ha una forma unica: la sua descrizione nelle fonti scritte o rappresentazione in quelle visive varia spesso. Si tratta di uno dei rari simboli norreni che non ha assunto una forma univoca e definitiva. Gli stessi modi in cui utilizzare la Svefnthorn cambiano a seconda del contesto.

L’effetto della runa però è sempre lo stesso: la persona su cui la Svefnthorn veniva usata cadeva in un sonno profondo dal quale non sarebbe riuscita a svegliarsi per molto tempo.

Alcuni esempi nella letteratura norrena e in quella islandese possono illustrarci meglio le sue peculiarità.

Nella Volsunga Saga, Odino utilizzò proprio una Svefnthorn per addormentare la valchiria Brunilde, che aveva disobbedito ai suoi ordini, salvando il figlio di Siegelinde da morte certa. La valchiria sarebbe rimasta incosciente fino a che qualcuno non sarebbe stato in grado di superare il cerchio di fiamme che Odino creò intorno al suo corpo per tenerla al sicuro. Per lunghi anni nessuno fu tanto ardito da passare attraverso la barriera di fuoco, e soltanto Sigurd (o Sigfrido), proprio il bambino che aveva salvato tempo prima, ebbe il coraggio di gettarsi tra le fiamme e raggiungerla, svegliandola con un bacio.

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Per saperne di più sulla saga dei figli di Volsa e sulle vicende di Brunilde e Sigfrido, scopri Il Canto dei Nibelunghi.

Nella saga di re Hrolf Kraki, la regina Olof punse il re Helgi con una Svefnthorn per fargli perdere conoscenza e giocare un brutto scherzo a lui e ai suoi uomini. In questo caso però l’effetto soporifero durò solo qualche ora, dopodiché il sovrano si risvegliò.

Nella saga di Gongu-Hrolf invece, Vilhjalmr sistemò una Svefnthorn sulla fronte di Hrolf durante la notte, e questi non si svegliò fino a quando, il giorno seguente, un cavallo non scosse il suo corpo dormiente, facendo cadere la runa. In questo caso, la Svefnthorn sembra essere un vero e proprio oggetto fisico che si può appoggiare sulla fronte di qualcuno, anziché un incantesimo.

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Ho raccontato alcune tra le più belle saghe norrene nel volume Saghe Vichinghe.

Il nono incantesimo del Manoscritto di Huld, un libro d’incantesimi islandese, parla della Svefnthorn in questi termini: “Questo simbolo veniva inciso sul legno di quercia e messo poi sotto la testa di colui che si voleva far cadere in un sonno profondo. Non si sarebbe svegliato finché il simbolo non fosse stato tolto”.

Un altro incantesimo proveniente dall’Islanda recita:

Spina del sonno: prendi il pericardio di un cane e versaci all’interno del brodo. Lascialo asciugare per tredici giorni in un posto dove la luce del sole non lo colpisca direttamente, quindi aspetta che la persona che vuoi addormentare sia a letto, e appendilo sopra di lui, senza che se ne accorga.

Il testo non ci dice quanto la persona sarebbe rimasta addormentata e in che modo si sarebbe risvegliata, ma in questo caso vediamo che si trattava di una forma di magia legata a componenti fisici, non alla magia runica.

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In molti casi, la rappresentazione visiva della Svefnthorn non viene menzionata, oppure somiglia alla serie dei quattro arpioni, o somiglia a una linea verticale (come la runa Isa) unita a una Inguz. Per comprendere meglio queste rune e il loro significato, qui c’è l’articolo che analizza ciascun simbolo dell’alfabeto runico.
Molti altri simboli islandesi sono formati da varie rune sovrapposte, come ad esempio le Galdrastafir, ma il motivo dell’accostamento di queste particolari rune per la Svefnthorn resta sconosciuto.

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Il modo in cui applicarla varia di fonte in fonte, in fondo il sapere norreno non venne mai sistematizzato e poteva essere recepito diversamente in base al luogo e al tempo. L’unica cosa che rimane certa è che questo simbolo, nelle saghe e nei formulari islandesi, ha sempre il potere di far cadere in un sonno profondo.

 

Per scoprire molti altri simboli norreni, scopri “Galdrastafir: i magici sigilli d’Islanda”:

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Väinämöinen,lo sciamano che ispirò Tolkien

Väinämöinen è un personaggio importantissimo nel folklore finlandese: talvolta viene descritto come un mago, altre come uno sciamano, e persino come un dio. Si tratta del protagonista del poema epico Kalevala, scritto nel XIX secolo da Elias Lönnrot e considerato il poema nazionale della Finlandia, dal momento che raccoglie materiale mitologico molto antico ed è ambientato nella regione della Carelia.

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Simboli norreni: il Valknut

Il Valknut è uno dei simboli più discussi ed enigmatici tra quelli presenti nella mitologia norrena. Visivamente è composto da tre triangoli intersecati gli uni negli altri. Compare in numerose pietre runiche risalenti all’età vichinga e si può vedere inciso su una roccia situata sull’isola svedese di Gotland, così come in alcuni oggetti del corredo funerario rinvenuti nella nave di Oseberg, in Norvegia. Viene menzionato in fonti di vari periodi, ma il nome Valknut è un composto del norvegese moderno e significa “nodo di coloro che sono caduti in battaglia“; nei tempi antichi era chiamato in modo diverso.

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Qual era il significato di questo simbolo? (altro…)