Hugin e Munin – Compagni di Odino

Hugin e Munin sono i due corvi che, nella mitologia norrena, aiutano il dio Odino a vedere tutto ciò che accade nel mondo.

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Secondo le parole dello stesso Snorri Sturluson (l’autore dell’Edda in Prosa):

Due corvi siedono sulle spalle di Odino e gli sussurrano all’orecchio tutto ciò che hanno visto; si chiamano Hugin e Munin. Odino li manda ogni mattina a volare intorno al mondo, ed entro l’ora di colazione sono di ritorno. Ecco come fa a sapere ogni cosa e perché è chiamato anche hrafnaguð, ovvero il dio-corvo.

La fonte più antica da cui Snorri attinse per questo passaggio è un’evocativa stanza dell’Edda Poetica, Grímnismál, nella quale Odino dice:

Hugin e Munin
volano ogni giorno
attorno al mondo;
Mi preoccupo per Hugin
e temo che non torni,
ma ancor più
sto in pena per Munin.

Il legame tra Odino e i suoi corvi è antico quanto profondo. Già nel VI secolo, almeno due secoli prima dell’età vichinga, le rappresentazioni di Odino su elmi o monili includevano uno o più corvi.

La poesia scaldica dei vichinghi spesso usava giochi di parole riguardanti i corvi per alludere a Odino. Kenning era una figura retorica nella quale si utilizzavano immagini tradizionali per riferirsi a qualcuno, anziché chiamarlo con il suo nome proprio; è quello che fanno anche i poeti greci quando chiamano Achille il Piè veloce. Gli scaldi (i poeti norreni) chiamavano Odino Hrafnaguð (il dio-corvo), Hrafnfreistuðr (il corvo-tentatore) o ancora Hrafnblóts Goði (il sacerdote del sacrificio del corvo). Quest’ultima evocativa immagine descrive i guerrieri caduti come sacrifici per i corvi e per gli altri uccelli che si nutrono di cadaveri, alludendo a Odino come al dio che decide chi sarà a morire in battaglia e chi invece a sopravvivere.

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Allo stesso modo, i corvi sono chiamati átfrekir Óðins haukar (i voraci falchi di Odino) o i suoi cigni, Yggs svanr, o gabbiani, Yggjar már, o ancora, andando più lontano con le equivalenze, il suo cuculo, Gauts gaukr.

Talvolta le kenningar usano Hugin per sostituire la parola corvo. Il sangue è chiamato Hugins vör (il mare di Hugin) o Hugins drekka (la bevanda di Hugin). I guerrieri in battaglia sono chiamati fetrjóðr Hugins (coloro che rendono rossi gli artigli di Hugin) o munnrjóðr Hugins (coloro che pagano il pegno richiesto da Hugin). La battaglia è il banchetto di Hugin (Hugins jól). Talvolta i poeti usavano anche il nome di Munin allo stesso modo, ma meno frequentemente.

Inoltre, la vista di un corvo subito dopo un sacrificio significava che Odino aveva accettato l’offerta.

Image result for norse warrior valhallaPerché esiste una connessione così stretta tra Odino e questi animali? Come suggeriscono le kenningar, la risposta ha a che fare con il ruolo di dio della guerra e della morte attribuito a Odino. I corvi, in quanto animali che si nutrono di corpi, erano presenti dove si consumavano grandi battaglie, e perciò erano i primi a trarne beneficio. Uccidere qualcuno durante uno scontro era quindi, in un certo senso, fare un dono ai corvi. Le kenningar rimarcano spesso questo concetto: per citarne due, il guerriero è il hrafngrennir (colui che nutre i corvi) o il folkstara feitir (colui che ingrassa i rapaci). Ma un combattente caduto era soprattutto un dono per Odino: nel Valhalla si raccoglievano i più valorosi guerrieri morti. Per tutti questi motivi, associare Odino ai corvi era una cosa naturale per i popoli norreni.

C’è però di più: i corvi non sono solamente uccelli legati alla morte, ma si tratta di animali molto intelligenti, così come Odino era il più saggio tra gli dèi.
Questo particolare aspetto viene rappresentato nei nomi di Hugin e Munin. Hugin infatti viene dal termine norreno hugr, pensiero, mentre Munun da munr, che è di più difficile traduzione ma riunisce i concetti di ricordo, desiderio ed emozione. Solitamente si traducono come Pensiero e Memoria, ma nel secondo caso non si tratta di un termine completamente appropriato. Come avviene anche per molte altre coppie di animali mitologici, i loro nomi sono quasi dei sinonimi e questo riflette il fatto che i due siano praticamente dei duplicati dello stesso concetto.

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Dati i loro nomi, i due corvi sarebbero come una sorta di concretizzazione dei pensieri di Odino. Dal punto di vista norreno, il sé è composto di numerose parti semi-autonome che in determinate circostanze possono separarsi dalle altre. Queste parti sono spesso immaginate in forma di animali, il cui aspetto sottolinea una determinata idea. In questo caso, Hugin e Munin sono le capacità spirituali di Odino che viaggiano al di fuori di lui ed esplorano il mondo nella forma di uccelli curiosi e intelligenti che, per di più, hanno anche a che vedere con il ruolo di Odino come dio della battaglia e della morte.

Mandare al di fuori di sé i propri aspetti spirituali per compiere determinate missioni – nel caso dei due corvi, quella di ottenere informazioni e conoscenze – era una pratica assai comune per gli sciamani norreni, e anche per quelli di molte altre culture. Non ci sorprende dunque che anche Odino, il saggio sciamano e incantatore, sappia usare i suoi poteri in questo modo.

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Considerati come suoi spiriti, si capisce anche perché Odino tema che Hugin e Munin non facciano ritorno. Quando uno sciamano manda una parte di sé a raggiungere uno scopo, c’è sempre il rischio che quest’ultima si smarrisca o venga danneggiata, ed in tal caso il mandante subirebbe gravi conseguenze. Simili poteri richiedono anche dei rischi, e nemmeno un dio come Odino ne era immune.

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I miti e le leggende dei popoli norreni sono raccontate dalla collana Meet Myths ne I Miti Norreni, Saghe Vichinghe e Edda: il Canto di Odino, disponibili in versione cartacea ed ebook su Amazon e Kindle.

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Questo articolo è in parte la traduzione del post sul blog americano di Daniel McCoy, con qualche ulteriore approfondimento.

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