La cultura dell’antico Egitto è senza dubbio una delle più affascinanti. Tutti conosciamo le maestose piramidi, i faraoni con i loro paramenti regali e le misteriose divinità dalla testa di falco, di uccello o di mucca, e spesso vediamo i simboli che erano propri di questa tradizione su tatuaggi, monili o magliette… Ma sappiamo davvero cosa significano questi antichi e potenti simboli?
In questo articolo scopriremo le origini dei più importanti.
Heka è il dio egizio della magia, oltre che la personificazione stessa dell’arte magica. Probabilmente è uno degli dèi più importanti nella mitologia egizia, ma viene spesso sottovalutato dal momento che la sua presenza è talmente pervasiva da renderlo quasi invisibile. A differenza di Iside, Osiride o altri dèi più famosi, Heka non aveva rituali o templi (almeno fino al periodo Tardo Dinastico, 525-323 a.C.) Viene ricordato in formule magiche o in testi di medicina (dove a pratiche mediche si associavano anche incantesimi e superstizioni).
Secondo gli egizi, l’animo era una sostanza molto più fluida e sfaccettata rispetto alle credenze più moderne. Il sé era composto da numerose parti distinte che potevano sussistere anche in forma autonoma. Tra queste vi erano il nome proprio, il cuore, l’ombra, il ba ed il ka; ma non venne mai stilata una vera e propria lista che li comprendesse tutti in un’unica dottrina.
Il cuore, chiamato jb, si formava nel nuovo nato a partire da una goccia di sangue presa dal cuore materno al momento del concepimento. Era molto importante perché conteneva i sentimenti e le intenzioni, e perciò dopo la morte sarebbe stato pesato dal dio Anubi e, se fosse stato più pesante di una piuma di maat, che rappresenta l’ordine e la verità, sarebbe stato dato in pasto a un mostro chiamato la Divoratrice. (altro…)
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